pietre

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Pietre di Fuoco - noir napoletano di Giacomo Ricci - Neftasia editore 2011

giovedì 26 maggio 2011

Documentazione e Invenzione



di Claudio Cajati
Con questo romanzo, Giacomo Ricci passa da un lungo magistero di saggista alla dimensione del narratore. Ma una dimensione narrativa che non esclude e non emargina quella saggistica. Come ci avverte subito il sottotitolo: "Saggio sul Centro Antico di Napoli".
Ci si domanda allora: come può un romanzo essere al contempo un saggio? La risposta risiede qui nella specifica forma con cui la trama romanzesca si avvale della documentazione, inglobandola e sublimandola nell'invenzione.
L'oggetto storico su cui si impernia la creazione narrativa è fatto di ellissi e zone d'ombra, di suggestioni leggendarie che sin dall'inizio sfuggono ad una univoca sistemazione filologica. Un passato evanescente, leggendario, ambiguo, spettrale può essere ricomposto  in forma di saggio, proprio se e solo se diventa materia di una interpretazione narrativa.
Dalle ombre della documentazione alle luci dell'invenzione. Questa ci sembra la procedura attuata dall'Autore, secondo un filone che attraversa una tipologia del romanzo storico. Come, per fare un esempio, nel romanzo Bomarzo, dello scrittore argentino Manuel Munica Lainez, che è un saggio e una invenzione narrativa, inestricabilmente intrecciati, sul Rinascimento italiano.

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